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Villasanta, 14 Gennaio 2012
presentazione mostra documentale: "In memoriam" - Aktion T4, Progetto eutanasia


il progetto AKTION T4


Il 1 Settembre 1939 l’”Euthanasieerlass” (il decreto Eutanasia) venne illustrato ai direttori degli istituti psichiatrici situati nei territori del Reich. Ai direttori fu ordinato di inviare una scheda di registrazione per ogni singolo paziente ad uno speciale ufficio appositamente creato a Berlino, con lo scopo di accertare se il paziente soddisfaceva ai criteri “necessari” per morire. Venne nominata una commissione, formata da un gruppo di noti psichiatri, definiti come “T4 Gutachter” (esperti del T4), che aveva il compito di riesaminare ancora le schede di registrazione. Un gruppo di esperti fu poi incaricato di visitare i singoli istituti per controllare la completezza e la correttezza dei rapporti, specialmente con quei pochi direttori che tentavano di ritardare l’invio dei rapporti. Sei istituti nei territori del Reich vennero svuotati dei loro pazienti ed in essi furono installate delle camere a gas. Una compagnia di trasporto, appositamente costituita per questo scopo, si occupava di portare i pazienti selezionati, di solito in gruppi variabili dalle 40 alle 120 unità, dagli ospedali psichiatrici in cui erano ricoverati agli istituti approntati per lo sterminio. Immediatamente dopo il loro arrivo i pazienti erano spogliati, fotografati, numerati con un timbro sulla spalla o sul braccio, brevemente visitati da un medico che, grazie a un dossier verificava ancora una volta la loro identità, quindi condotti nella camera a gas. Sotto lo sguardo di un medico, che osservava attraverso uno spioncino di vetro, un gas a base di monossido di carbonio veniva infine introdotto nella camera.

Dopo la morte e l’estrazione di eventuali denti d’oro, i corpi venivano bruciati nei crematori.

I parenti ricevevano una comunicazione che il loro congiunto era deceduto in seguito ad una malattia.

Tutta questa procedura non poté essere tenuta a lungo segreta. Il personale degli ospedali di provenienza, come pure i parenti si resero ben presto conto del destino dei pazienti. Vi furono parenti che protestarono e vi furono anche membri del personale ospedaliero che suggerirono ai parenti di riprendersi i pazienti a casa per salvarli da questo destino. Noi siamo a conoscenza che alcuni pazienti riuscirono infatti a sfuggire a questa incredibile macchina infernale e poterono così salvarsi. Ciononostante 70.273 persone furono uccise in quei sei istituti della morte.

A causa delle sempre maggiori critiche pubbliche e anche a causa di altri motivi organizzativi, questa azione venne infine sospesa con un decreto del 24 Agosto 1941. (...)


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