Nata ad Oreno (Milano) il 19 dicembre 1916, deceduta a Monza il 19 giugno 2009, operaia, dirigente dell'ANPI di Monza.
Nata in una famiglia antifascista, iniziò a lavorare all'età di 11 anni al "Linificio-Canapificio" di Vimercate e poi alla succursale "La moda" di San Maurizio. È qui che Bambina comincia la sua attività sindacale, entrando a far parte della commissione interna. Nel 1943-44 collabora all'organizzazione degli scioperi generali e alla mobilitazione degli operai nelle fabbriche della zona. Durante la Resistenza entra a far parte, come staffetta, della 103a Brigata Garibaldi di Vimercate. Ha cambiato il proprio nome in quello di Rossana e si incontra a Milano con un'altra staffetta, per ricevere gli ordini e la stampa dal comando della Brigata. "Rossana" distribuisce materiale di propaganda, cibo, vestiti e medicine ai patrioti in città e in montagna. Segue anche un corso da infermiera (all'Ospedale di Milano e poi in quello di Vimercate), grazie al quale potrà curare i compagni feriti. L'8 marzo del 1945 è tra le donne che portarono sulle tombe dei compagni, uccisi al campo di aviazione di Arcore, mazzi di mimose e uno striscione recante la scritta "I gruppi di difesa della donna ricordano i loro martiri". Finita la guerra, Bambina Villa ha continuato a lavorare al Linificio e a organizzare i lavoratori, perché, come diceva lei, "la Costituzione era stata fatta, ma bisognava che i datori di lavoro la mettessero in pratica". Anche a Torino, dove si trasferì per molti anni, continuò la sua attività politico-sindacale in difesa dei diritti delle donne e dei lavoratori. Sino alla scomparsa ha fatto parte del direttivo dell'ANPI di Monza e, per anni, malgrado la non lieve età, ha raccontato con entusiasmo la sua storia nelle scuole.