don Pietro Baraggia
Nato a Sulbiate il 6 maggio 1907 e ordinato sacerdote a Milano il 30 maggio 1931. Negli anni
1943-45 è parroco di Campione d’Intelvi, in provincia di Como, frammento di territorio italiano in
terra svizzera, dove è presente già dal 1941. Dopo l’armistizio i fascisti della Repubblica Sociale
Italiana vogliono stabilire a Campione un avamposto, un centro per contrastare l’attività dei
fuorusciti italiani e poter spiare le manovre dei servizi segreti alleati di informazione, che in
Svizzera avevano la loro centrale operativa.
Nella notte fra il 27 e il 28 gennaio 1944 Sandro Beltramini, 34 anni, milanese, comunista, l’agente
‘Como’ della Missione Oss ‘Violet’, aveva ottenuto, con la collaborazione di alcuni cittadini, senza
opposizione, la resa dei sei militi del presidio e la liberazione della cittadina passata in un baleno
sotto il Regno del Sud. Nell’‘operazione denominata “Quail” erano stati coinvolti i servizi segreti
svizzeri e la Regia Legazione Italiana di Berna. Sul territorio campionese l’azione fu coordinata da
don Pietro Baraggia e da Felice De Baggis, 43 anni, ex ufficiale dell’esercito regio in contatto con
l’Oss. Campione d’Italia, da quel momento divenne un enclave americana, sotto il controllo della
Legazione badogliana di Berna, ed era diventata il luogo ideale per le diverse strategie di partigiani
monarchici o di estrazione militare e degli Alleati.
Per questo don Baraggia viene condannato a morte in contumacia ed inserito nella lista dei
ricercati della provincia repubblichina di Como. La casa parrocchiale diventa uno dei punti di
riferimento per ogni contatto con il mondo libero, diventa il rifugio per tutti coloro che per motivi
razziali, politici, militari, sono ricercati e vogliono fuggire in territorio neutrale. A Campione viene
installata una stazione ricetrasmittente capace di collegarsi con i Comandi alleati dell’Italia
meridionale. Quando le comunicazioni sono ormai impossibili, don Baraggia fa da tramite perché la
corrispondenza riservata dell’Arcivescovo di Milano passando attraverso Campione raggiunga
Roma e il Vaticano. Per mezzo della stazione radio ricetrasmittente, in collegamento con la Croce
Rossa e con il Vaticano, don Baraggia riesce a dare notizie di militari e prigionieri dispersi. Il «Liber
Chronicus» della parrocchia di Campione d’Intelvi, redatto con meticolosa precisione, e il fitto
carteggio con il cardinale Schuster, conservati nell’Archivio storico della Diocesi di Milano, sono la
chiara e documentata testimonianza della coraggiosa opera di carità e del servizio che don
Baraggia in quegli anni difficili ha saputo compiere. Il sacerdote brianzolo fu parroco a Campione
fino al 1984, morì nella sua città d’adozione il 9 giugno 1988.
don Pietro Baraggia - Fonte: comune di Sulbiate

