Luigi Bolgiani
Nato il 10 novembre 1908 a Bernareggio da Emilio e Guzzetti Gesuina. Negli anni Venti i Bolgiani
abitano a Milano in piazza Aspromonte numero 6. Da giovane frequenta ambienti artistici di
impronta futurista e nel 1927 si iscrive al P.N.F. poiché, evidentemente, in quell’ambiente culturale
vi è una forte presenza di sostenitori del Regime che lo condizionano. Tra il 1928 e il 1930
ottempera agli obblighi di leva e presta il servizio militare nella città di Torino. Nel 1923 il suo
impegno letterario si concretizza nella realizzazione di un testo poetico in stile futurista dal titolo
“Cristallo poliedrico” pubblicato dalla S.A. Corbaccio editore in Milano. Nel 1934 Luigi richiede il
rilascio del passaporto alla Regia Questura di Milano per potersi recare in Francia per motivi di
studio. Lo ottiene e nello stesso anno raggiunge Parigi. Probabilmente già in precedenza ha preso
contatti con elementi dell’antifascismo legati a Giustizia e Libertà, movimento fondato e finanziato
da Carlo Rosselli. Sempre nello stesso anno scrive articoli che vengono pubblicati sul settimanale
“Giustizia e Libertà” che firma con gli pseudonimi di “Marco Gaelico”,” Pietro Casiraghi” e “Luigi
Battistelli”. Successivamente è attivista e membro del Direttivo di Giustizia e Libertà, fino a quando
il 18 luglio del 1936 ha inizio in Spagna la sollevazione militare. Luigi Bolgiani decide subito di
portarsi in Spagna per combattere in difesa della Repubblica, tanto che il 25 luglio lo si trova in
quel di Barcellona, dove si offre volontario alle milizie catalane repubblicane per opporsi
all’alzamiento. E’ inquadrato nella appena costituita colonna Francisco Ascaso, così denominata in
onore dell’esponente anarchico caduto nel primo scontro di Barcellona del 20 luglio precedente.
Con questa formazione militare resta fino al 17 agosto successivo, quando è costituita la Sezione
Italiana aggregata alla colonna Francisco Ascaso, su iniziativa di Carlo Rosselli, Camillo Berneri e
Mario Angeloni, che ne è il comandante. Luigi entra a far parte di questa formazione antifranchista
italiana che al momento dello scontro di Monte Pelato del 28 agosto, consta di circa 150 volontari,
in maggioranza anarchici, ma vi sono anche repubblicani, socialisti, comunisti e giellisti.
Successivamente Bolgiani partecipa allo scontro di Tardienta, ma, poco dopo, per motivi di salute
legati ad affezioni polmonari, è costretto a lasciare definitivamente la Spagna. Il 6 ottobre del 1936
lo si ritrova a Parigi in pessime condizioni fisiche che riesce a superare grazie al sostegno
soprattutto economico dei compagni di fede. Recuperate le energie, riprende l’attività all’interno
dell’organizzazione di G.L. e a scrivere per la stessa formazione politica articoli pubblicati sul suo
settimanale e altri scritti vari di propaganda antifascista. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra
Mondiale e, in particolare dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno del 1940, Luigi resta sempre
nella regione parigina, riuscendo a sottrarsi a possibili arresti o internamenti nei campi di
concentramento francesi e nazi-fascisti. In questa condizione, con ogni probabilità, fornisce anche
un contributo alla resistenza francese e, nei giorni della liberazione di Parigi, lo si trova sulle
barricate cittadine assieme ad almeno altri 5000 italiani. Un altro segno di presenza in appoggio
alla Resistenza, questa volta italiana, lo si ritrova alla fine del mese di dicembre del 1944 quando,
insieme ad altri due combattenti di G.L., reduci antifranchisti di Spagna, il dottor Temistocle
Ricciulli e Bruno Bernieri, si reca a Nizza per incontrare Nuto Revelli, comandante della Brigata
Fratelli Rosselli. Questa formazione partigiana, appartenente a G.L e operante nel cuneese, era
dovuta espatriare nella sua totalità per sottrarsi a un pesante rastrellamento nazifascista. Da
qualche mese la Brigata si trovava nella Francia liberata, dove veniva contesa per essere
incorporata da inglesi e francesi. I tre giellisti e Revelli decidono il rientro in Italia della brigata per
continuare la resistenza in Piemonte, il che si realizzerà solo a ridosso del 25 aprile del 1945. Dopo
questa data, nel maggio successivo, Bolgiani rientra a Milano, dove trova casa in via Melchiorre
Gioia al n.137. È un iscritto e militante del Partito d’Azione in cui è confluita G.L., fino al suo
scioglimento, dopo il quale s’iscrive al P.C.I. e vi rimane fino al 1948. In seguito aderisce al P.S.I.
fino alla riunificazione con il P.S.D.I. In tutto il dopoguerra collabora attivamente con l’AICVAS di
cui negli anni Settanta è presidente regionale lombardo e, nello stesso periodo, è tra i promotori del
Comitato Lombardo “Spagna libera”. Il 7 novembre del 1976 in occasione del 40° della Guerra
Civile Spagnola, è tra coloro che ricevono da parte del Consiglio Regionale Lombardo, la Medaglia
d’Oro commemorativa, assegnata ai combattenti antifranchisti lombardi. Muore a Imperia il 24
marzo del 1999.
FONTI
• www.antifascistispagna.it
• Istoreto, Banca dati Partigianato piemontese www.istoreto.it.
• Grimaldi Fabio, D'Orazio Pietro, Memorie di una guerra civile. La Spagna del 1936 nella voce dei testimoni. Manifestolibri 2003.
• Revelli, Nuto. La guerra dei poveri. Einaudi, 1977.

Luigi Bolgiani nel luglio del 1936
Fonte: www.antifascistispagna.it

