Comitato provinciale Monza e Brianza

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Olivo Favaron
Caduto nell’eccidio di Fondotoce

Nato il 24 marzo 1926 a Legnaro, in provincia di Padova, da Santo Favaron e Santa Pennacchio, risiedeva a Nova Milanese dove esercitava il mestiere di lattoniere. Raggiunse la formazione del capitano Superti, la divisione “Valdossola”, verso la fine di aprile del 1944. Si conosce la sua amicizia con il partigiano novese Bacio Capuzzo, anche lui di origine padovana, per cui è possibile supporre il suo avvio alla montagna ossolese sia per motivi relativi al suo antifacismo, intuibile dalle sue frequentazioni, sia all’età che potrebbe suggerire la sua renitenza alla leva repubblichina. La sua militanza nelle bande partigiane fu però molto breve perchè, solo poco più che due mesi dopo il suo arrivo alla “Valdossola”, questa fu investita in Val Grande, una lunga e stretta valle del verbano, disabitata e ritenuta un rifugio sicuro, dall’imponente rastrellamento nazifascista iniziato l’11 giugno che aveva l’obiettivo di annientare le forze partigiane dell’entroterra verbanese. Lo scopo verrà quasi completamente raggiunto, dei circa 400 ribelli antifascisti che componevano la “Valdossola” almeno 300 perderanno la vita in combattimento o giustiziati; la maggior parte, come Favaron, era costituita da giovanissimi. Il partigiano novese è catturato e portato al presidio tedesco di Malesco e poi a Intra. Fa parte di un gruppo di 46 che formano un corteo che viene mostrato alla popolazione facendolo sfilare fino a Fondotoce dove, tolti misteriosamente tre condannati, gli altri 43 vengono fucilati nei pressi del canale che unisce il lago di Mergozzo al lago Maggiore. Miracolosamente uno si salverà, Carlo Suzzi, coperto dai cadaveri dei compagni, si finge morto e, aiutato in seguito dalla gente del luogo a fuggire, torna sui monti nelle bande rimaste assumendo il nome di battaglia di “Quarantatre”. Nelle foto che ritraggono il corteo dei prigionieri che vanno verso la morte, Favaron è individuato come l’ottavo della fila di sinistra con i pantaloncini corti. Dopo la riesumazione del giugno 1945 Olivo Favaron venne sepolto nel cimitero di Nova Milanese. Dopo la Liberazione, Fondotoce diventa luogo di Memoria e simbolo della Resistenza di tutta la provincia. Ora vi sorge il Sacrario “Parco della Memoria e della Pace” e la Casa della Resistenza.



FONTI
• www.casadellaresistenza.it
• Istoreto, Banca dati Partigianato piemontese www.istoreto.it.


Martiri di Fondotoce.



Un percorso a cura del Comitato provinciale ANPI Monza e Brianza