Eugenio Masiero
Caduto
Nato il 4 maggio 1923 a Legnaro in provincia di Padova. Residente in via Garibaldi 3 a Meda.
Dalle informazioni del datase dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società
contemporanea, banca dati del partigianato piemontese, risulterebbe un ex-soldato dell’Esercito
Regio e un ex-milite delle SS italiane dall’11 novembre 1943 al 17 giugno 1944, data dalla quale
molto probabilmente disertò per raggiungere le bande partigiane. In particolare si unì alla Divisione
autonoma “Val Sangone”, una valle non molti chilometri ad ovest di Torino.
La sua militanza partigiana durò molto poco perchè già il 26 giugno Masiero era già caduto durante
un’importante scontro. Nell’ambito di un piano d’azione a largo respiro, meditato dalle brigate
Garibaldi della zona per alleggerire la pressione sulle fabbriche torinesi in sciopero, alla banda “De
Vitis” di cui faceva parte Masiero fu affidato l’assalto alla polveriera di Sangano. All’alba del 26
l’attacco parte e, dopo mezz’ora di combattimento, i tedeschi cedono e si arrendono con morti e
feriti. Sergio De Vitis e i suoi avevano previsto che i tedeschi non avrebbero potuto mandare
rinforzi in tempi brevi. Occorreva tenere la posizione fino a sera e attirare le truppe nemiche da
Torino per sostenere la posizione degli scioperanti. De Vitis organizzò la linea di difesa,
distribuendo le armi automatiche in direzione della stradale Giaveno-Orbassano e con piccoli
gruppi nascosti sul costone sopra Sangano. Nel frattempo però le altre bande avevano incontrato
delle difficoltà. Il fallimento di alcune azioni nel fondovalle avevano aperto la strada ai rinforzi
tedeschi, che arrivarono nella valle prima del previsto e molto più numerosi di quanto erano
attesi. A Sangano, verso le 14 accadde l'imprevisto. Una colonna di autocarri e autoblindo
giunse a Bruino con due o trecento uomini. Grazie a tre mitragliatrici piazzate nei punti strategici, i
partigiani riuscirono a bloccare i tedeschi per diverse ore. Verso le 17 De Vitis ordinò al grosso
della formazione di sganciarsi e di ritirarsi. Il capo rimase a proteggere il ripiegamento. Quando
anche lui si allontanò, ad un certo punto del percorso il suo piccolo gruppo venne intercettato da
una pattuglia nemica, che nel frattempo aveva aggirato la dorsale del fondovalle senza essere
vista. Presi di sorpresa Sergio De Vitis e sette suoi compagni furono uccisi in quell'agguato.
Eugenio Masiero, sfuggito alla cattura ma ferito, morì qualche ora dopo alle porte di Orbassano.
FONTI
- Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Banca dati del partigianato piemontese
• La Resistenza in Val Sangone – Aspetti di vita partigiana nel territorio di Bruino, Mauro Casalicchio, relatore
prof. Mauro Forno, A.A: 2010/2011, Facoltà di Sienze Politiche, Università degli Studi di Torino

