Attilio Meroni
Caduto
Nato il 18 giugno 1925 a Lissone, qui residente in via Parini. Renitente alla leva, nome di battaglia
“Carlo”. Verso la metà di giugno del 1944, durante il rastrellamento della Valgrande nel Verbano,
una nutrita colonna partigiana comandata dal maggiore Superti, Bruno e Adolfo Vigorelli e da
Mario Morandi, inseguita e braccata da forze tedesche, sta risalendo i pendii della Val Grande.
Giunta in prossimità dell'Alpe Portaiola si avvicina alle baite in cerca di cibo e ristoro. I tedeschi,
prevedendone il passaggio, le hanno teso un'imboscata posizionandosi più a monte, al riparo di
alcuni ricoveri. Approfittano di un improvviso diradarsi della nebbia, aprono un micidiale fuoco di
mitragliatrici e fanno letteralmente strage di partigiani. Chi miracolosamente si salva, i feriti leggeri,
soprattutto gli ultimi della colonna che, all'apertura del fuoco, si trovavano lontani, ancora al di là
del torrente Val Grande, si disperdono in una fuga precipitosa. Qualcuno è scovato e finito sul posto,
qualcun altro vaga disperato alla ricerca di un rifugio, tentando di superare i Corni di Nibbio, in
direzione dei paesini di Colloro e Premosello, dove può essere aiutato dalla gente del luogo. Un
gruppo più numeroso, invece, con i fratelli Vigorelli e il Morandi in testa, raggiunge all'alba del
giorno seguente l'alpeggio Casarolo dove già si erano rifugiati quattro scampati al massacro della
Portaiola. Mentre tutti assieme si stanno riposando dentro una baita, un reparto tedesco li circonda
ed intima la resa. I partigiani escono con le mani alzate, i tedeschi li raggruppano contro un muro e
li uccidono. Tra questi morti giace anche Attilio Meroni, il suo corpo non è mai stato ritrovato.
FONTI
• Lissoni Silvano, E questa fu la storia, Lissone 2005
• Banca Dati dei Caduti e Dispersi 2ª guerra Mondiale

