Silvio Perotto
Caduto
Nato il 2 marzo 1924 a Damcervin (Francia). Residente a Monza in via Marcello 2.
Silvio Perotto fu involontario protagonista dell’azione d’infiltrazione effettuata dall’Ufficio politico
investigativo di Monza che scompaginò il gruppo antifascista che in città si occupava di rifornire le
bande partigiane sui monti del lecchese e anche d’inviare nuove reclute. La cornice all’interno della
quale avvengono i fatti è appunto l’organizzazione di uno dei trasporti destinati a trasferire dei
giovani renitenti. Fra questi c’è Silvio Perotto che ha ricevuto alla Breda anche la cartolina precetto
per andare al lavoro coatto in Germania. Silvio viene aggregato ad altri giovani, che viaggeranno in
incognito su un treno diretto a Domodossola. Passa solo qualche settimana e il Perotto è di ritorno
e con lui tutti gli altri aspiranti partigiani; un membro del gruppo li ha convinti a rinunciare e a fare
marcia indietro, appunto la spia. Oltre ai giovani, il delatore denuncerà anche tutta l’organizzazione
che sovraintendeva a questa attività clandestina. Rinchiuso nel carcere di Monza, il 20 marzo fu
trasferito a quello di San Vittore. Qui dopo qualche tempo i fascisti propongono a lui e agli altri
giovani presi in quell’occasione di arruolarsi nelle loro fila promettendone la scarcerazione. Il
ventenne su suggerimento di Antonio Gambacorti Passerini, forse il più autorevole esponente del
gruppo monzese in prigione con lui, accettò di essere arruolato nell’esercito della Rsi ma con il
solo intento di scomparire il più velocemente possibile. Il 26 maggio Silvio è scarcerato ma non
aspetta un solo attimo per fuggire. Si nasconde prima ad Airuno, vicino a Lecco, poi raggiunge i
partigiani della 55° brigata “Fratelli Rosselli”. Il 30 dicembre 1944 verrà catturato durante un
rastrellamento fascista al Baitone La Pianca, nel territorio del comune di Cassina Valsassina.
Perotto fu fucilato il giorno dopo al cimitero di Barzio con altri otto suoi compagni, fra i quali Mario
Pallavicini e Giuseppe Pennati.

