Dante Trabattoni
Nato nel 1922 a Seregno e qui residente. Padre Beniamino. Appartenente a 27° Gruppo di
artiglieria da montagna che nel settembre del 1942 prende posizione nell’isola greca di Samos, nel
Mar Egeo, ad integrazione della divisione “Cuneo”. L’8 settembre 1943 passò abbastanza
tranquillamente per il presidio, non essendoci tedeschi sull’isola. Nelle settimane successive,
mentre ad una ad una le isole dell’arcipelago cadono in mano nazista, a Samos sbarca una
missione inglese che prende contatti con il comando italiano dell’isola ed inizia una collaborazione
per la difesa dell’isola che andrà avanti fino a metà novembre. Con la caduta della vicina isola di
Lero, la difesa di Samos non è più sostenibile con le forze presenti e gli inglesi evacuano i propri
reparti. Il 17 ebbe luogo il primo bombardamento degli Stukas tedeschi, mentre un buon
contingente di truppe italiane riesce ad imbarcarsi ed arrivare in Turchia. Quelli rimasti sull’isola il
giorno 23 novembre vedono sbarcare i tedeschi ai quali subito si uniscono i membri della milizia
fascista presenti a Samos. Dante Trabattoni ed alcuni artiglieri si rifugiano sul monte sopra Pirgos
insieme ad un gruppo di Antares, i ribelli greci. La loro fuga non dura molto e vengono catturati
dalle truppe tedesche. La notte del 12 dicembre, Dante con centinaia di altri militari fatti prigionieri,
viene stipato nella stiva di un mercantile diretto ad Atene, un trasferimento drammatico con il
rischio di siluramento come accaduto per altri trasporti simili. Sbarcati fortunosamente al Pireo, il
seregnese viene internato in un campo di prigionia dove rimarrà fino al 20 dicembre 1943, quando
viene compreso in un convoglio ferroviario diretto in Germania per deportare gli italiani al lavoro
forzato. Poco dopo Natale, il treno deve bloccarsi in territorio serbo a causa del sabotaggio della
linea. Trabattoni e tutti gli altri vengono distribuiti in alcuni campi della Serbia centrale a spaccare
pietre per la ricostruzione della massicciata. E’ in questo luogo che Dante apprende dai civili della
presenza di bande partigiane nei dintorni dei vicini villaggi di Sicevo ed Ostrovizza e comincia a
pensare alla fuga. A metà gennaio del ’44, sfruttando il fatto che il suo campo di prigionia era
situato in zona impervia e sorvegliato solo da membri della Todt, Trabattoni si eclissa e raggiunge
un gruppo di partigiani facenti parte dell’esercito di resistenza di Tito. Raccontò Trabattoni:
Si viveva sui monti alimentandosi con gli aiuti della popolazione oppure, nei momenti più duri,
ricorrendo a requisizioni forzate. La nostra lotta consisteva nell’attaccare convogli, colonne in
movimento, sabotare strade e ponti, scontri contro le unità in rastrellamento. La nostra forza era
basata sulla sorpresa e sull’essere presenti nei luoghi più impensati; è stata una brutta lotta, da
ambo le parti non si facevano prigionieri. Inoltre c’erano scontri anche con l’altra fazione partigiana,
quella monarchica.
Questa situazione proseguì per tutto il 1944, fino ad ottobre quando la pressione dell’esercito
russo da est e la riunione di tutti i gruppi partigiani provocarono il progressivo ritiro dei tedeschi
verso la Slovenia. La riorganizzazione dei ribelli, inserì Trabattoni nell’XI brigata che da Nis risalì
verso Belgrado e poi progressivamente verso la Croazia, la Slovenia e il confine italiano. La voglia
di ritornare a casa gli venne negata e Dante partecipò agli ultimi rastrellamenti degli ustascia
fascisti slavi nella zona del Danubio al confine con la Romania e poi nel Kossovo.
Dopo un pò io e gli altri italiani ci ribellammo, questi erano conti che dovevano regolarsi fra loro,
noi la nostra parte per la liberazione l’avevamo fatta ed avevamo diritto a rientrare in patria.
Quando finalmente accolsero le nostre richieste ci concentrarono nel campo di Skoplije e da lì
partimmo per l’Italia. Rientrai a Seregno il 15 luglio 1945.
Nel 1947 La Commissione Riconoscimento Qualifica Partigiani per gli italiani che hanno
combattuto all’estero lo nominò partigiano combattente dell’E.P.L.J. (Esercito popolare per la
liberazione della Jugoslavia) con ferita ricevuta in combattimento il 20 ottobre 1944.
FONTI
• Intervista di Pietro Arienti a Dante Trabattoni del 1994, contenuta in: Arienti, Pietro. Seregno e i seregnesi durante la
seconda guerra mondiale. Comitato 25 aprile Seregno. 1995.
• Archivio storico Città di Seregno
• Ufficio storico della marina militare. Avvenimento in Egeo dopo l’armistizio. Roma 1993.

