Comitato provinciale Monza e Brianza

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Franco Varisco
Caduto

Nato il 2 aprile 1924 a Monza. Residente via 23 marzo 5. Padre Luigi, madre Pirovano Fiorina.
Montatore motorista. Appartenente alla 4° brigata “Cristoni” con il nome di battaglia di “Gari”. Il database dell’Istituto ligure per la Storia della Resistenza dichiara un’anzianità dall’agosto del 1944. La 4ª brigata Garibaldi "C. Cristoni" (già "Daniele Manin"), II zona operativa della Liguria, operante nel savonese, fece poi parte ad iniziare dal febbraio 1945 della divisione d'assalto Garibaldi “Gin Bevilacqua” che, articolata su sei brigate (1ª brigata “Casalini”, 2ª brigata “Sambolino”, 3ª brigata “Briganti”, 4ª brigata “Cristoni”, 5ª brigata “Figuccio”, 6ª brigata “Crosetti”), con una forza complessiva di 2214 patrioti, ebbe ben 209 caduti. Non è possibile ricostruire il motivo della presenza di Franco Varisco in una formazione situata così lontano da casa e uno dei motivi di questa ricerca è proprio quello di suscitare l’interesse di chi, leggendo, può fornire informazioni più approfondite sui singoli partigiani elencati. Quello che si può certamente stabilire sono le circostanze della morte del giovane monzese. Nella notte fra il 1° e il 2 febbraio 1945 i militi San Marco della Controbanda di Calice Ligure compiono un attacco all’accampamento del distaccamento “Rebagliati” a Pian dei Corsi, una montagna delle prealpi liguri alta 1028 metri che ricade nel territorio comunale di Calice Ligure, cittadina nell’entroterra distante dieci chilometri da Finale Ligure. La controbanda era un reparto particolare addetto ai rastrellamenti e alla cattura dei partigiani, alloggiato a Villa Giacomelli a Calice e inquadrato nella Divisione San Marco.
L’agguato nel quale sono uccisi gli undici partigiani, non sarebbe stato possibile se i fascisti non fossero stati condotti sul posto da un ex marò della S. Marco catturato sei mesi prima dai partigiani e che aveva chiesto di aggregarsi alla Resistenza. Il marò, Salsi Armando, fu accolto nel distaccamento “Rebagliati”, dove assunse il nome di battaglia “Tarzan” e adibito all’infermeria.
Pochi giorni prima dell’agguato, il Salsi accusando una slogatura al ginocchio venne ricoverato il 28 gennaio 1945 alla Cascina Ospedaletto della IV Brigata. Ecco la testimonianza del partigiano “Furetto” Pietro Morachioli, riportata su una pubblicazione del 2001.“Alla Cascina Ospedaletto c’ero anch’io ricoverato per un avvelenamento da cibo avariato. Assieme a me c’era “Vienna” che aveva una gamba fratturata ed era in compagnia della moglie. Il “Tarzan” giunge il 28, lamentava una distorsione al ginocchio, contratta a S. Giacomo. Io e lui dormivamo sullo stesso materasso e dopo due giorni, il mattino all’alba del 31, una persona amica ci sveglia e ci informa dell’imminente pericolo, la cascina era già circondata. Tarzan, Vienna e sua moglie vengono catturati, io miracolosamente riesco a fuggire seppure scalzo. Due giorni dopo ecco che Tarzan è in grado di sopportare la fatica di una decina d’ore di marcia massacrante su terreno impervio, guidare gli incursori proprio sul lato nord dell’accampamento dove c’era un metro e mezzo di neve e dove sapeva che non c’era la guardia perché quel posto era considerato inaccessibile… In quelle condizioni il gruppo giunse vicino alle quattro tende e da posizione ravvicinata apriva il fuoco con raffiche e lancio di granate di tromboncino, ecco quindi la carneficina: undici corpi martoriati anche a colpi di baionetta. Intervenne il lanciafiamme a completare lo scempio...”
Cadono:
SIRI GIUSEPPE anni 23
BARSOTTI RENZO anni 26
BENOLI RENZO anni 30
BIAGI IVO anni 19
RISPOSI CESARE anni 21
DEL MONTE GIOBATTA anni 20
STELLA PIETRO anni 19
BUSSOLATI CAMILLO anni 20
NOCETO DAVIDE anni 20
VARISCO FRANCO anni 20
ISNARDI GIOBATTA anni 20
Colpisce la giovanissima età di questi partigiani.

Un’altra testimonianza fu resa dal partigiano “Athos” (Giuliano Trevisan)
“Il reparto speciale della San Marco chiamato Controbanda, di stanza a Calice, colpì duramente il Rebagliati nelle primissime ore del mattino del 2 febbraio. E a questo proposito, per l’importanza che nell’evento ebbe “Tarzan” (Salsi Armando), già infermiere del mio distaccamento, desidero ricordare che egli tre giorni prima aveva partecipato ad un’azione garibaldina nel centro di Vado Ligure, subendo una grave slogatura al ginocchio. Aiutato dai compagni, raggiunse a fatica Vezzi, trovando rifugio nella casa di campagna del partigiano vadese “Vienna”. Qui fu scovato da militari della San Marco, preso prigioniero e portato al comando, assieme ad altre ventuno persone, tra le quali “Lesto”, comandante dell’Ardissone, distaccamento sappista, e la moglie di Vienna. Tarzan fu sottoposto a continue torture alle quali, a mio parere, non resse…”

Le versioni sui fatti divergono a seconda di chi le racconta. Dal testo “ I ribelli delle valli finalesi” pare che Tarzan tornasse spontaneamente alla controbanda e guidasse al campo i fascisti. Dalla testimonianza di Angela Spirito (moglie di Tigre, il comandante del distaccamento “Rebagliati”) pare invece fosse catturato e costretto a guidare i militi all’accampamento. Altri addirittura dicono che, catturato, riuscisse a inviare un messaggio ai compagni avvertendoli di una probabile incursione fascista, ma che non fosse creduto.
Tutti comunque concordano sul fatto che nella notte del 2 febbraio, sopra la neve gelata e con la luna piena, due colonne della controbanda salgono verso l’accampamento guidate da Tarzan, Nel 1948 presso il tribunale di Ascoli Piceno si tenne il processo alla banda di Calice. Il risultato del processo per “Tarzan” (Salsi Armando), riconosciuto traditore con attenuanti, fu di 24 anni di galera di cui 20 condonati; uscì dal carcere un anno dopo.

FONTI
• “Eccidio Pian dei Corsi” - Ricerca storica studenti “Aycardi- Ghiglieri”- A.N.P.I. Legino. Archivio Partigiano Ernesto.
• “La Resistenza Vadese” di Almerino Lunardon. Intervista – memoria del partigiano “Athos” (Trevisan Giuliano).
• Istituto ligure per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea (ILSREC) - Banca dati del partigianato ligure www.ilsrec.it.


Cippo dedicato ai caduti di Pian dei Corsi.



Un percorso a cura del Comitato provinciale ANPI Monza e Brianza