Pietro Verderio
Nato il 21 aprile 1924 a Bellusco e qui residente in via Vaghi 26. Praticava il mestiere di collaudatore di saldature. Faceva parte dall’8 maggio 1944 della divisione Littorio granatieri dell’esercito della Repubblica sociale italiana, da cui probabilmente disertò ai primi di febbraio del 1945. Si unì alla 1° divisione Giustizia e Libertà brigata Valle Gesso con la quale rimase fino alla liberazione. Qualifica: “Patriota”, nome di battaglia “Leone”. Il problema delle diserzioni con frequente relativo passaggio alle fila partigiane, fu una spina nel fianco per le forze della Repubblica sociale italiana (Rsi). Sulle dimensioni dell'abbandono le stesse fonti di marca repubblichina sono inequivocabili e chiare: secondo i fascisti, diserta il 10 - 15% della forza, per i tedeschi la percentuale sale al 25%. Non esiste un reparto, una milizia delle forze fasciste, nemmeno quelle più politicizzate, immune dalla diserzione. In particolare per la divisione Littorio, una delle quattro grandi unità del nuovo esercito repubblichino, il ritorno in Italia dopo l’addestramento in Germania, è da far risalire alla fine di ottobre del 1944. Dopo una prima breve dislocazione nell’appennino tortonese-piacentino, fu presto trasferita lungo il confine franco- piemontese, spostandosi quasi completamente in provincia di Cuneo (valli Maira, Grana, Stura e Gesso). Ecco perchè Verderio affluisce nella brigata GL “Valle Gesso”, formazione che prendeva il nome dall’omonima valle il cui confine sud è limitrofo con la Francia. La vicenda del patriota belluschese conferma che il fenomeno delle diserzioni coinvolge soprattutto i giovani; le classi comprese fra il 1920 ed il 1926 rappresentano il 79% dei disertori del 1944 e l'81% di quelli del 1945. Non bisogna tralasciare, infine, che anche la cattura di militari da parte di squadre partigiane produce a volte il passaggio nelle proprie fila.
FONTI
• Istoreto, Banca dati Partigianato piemontese www.istoreto.it.

